Sul monte Pirchiriano si trova la Sacra di San Michele che, secondo un’antica leggenda fu costruita dagli angeli e dedicata a San Michele.
La Sacra di San Michele è ancora oggi un monastero rosminiano, precedentemente fu un monastero Benedettino. All’interno di tale monumento, oggi simbolo del Piemonte, si trova l’enigmatico portale romanico meglio conosciuto come Porta dello Zodiaco raggiungibile attraveso lo Scalone dei Morti, così chiamato per la presenza di numerse tembe in cui riposano i monaci .
Arrivati alla terrazza sita nei pressi della chiesa, si vedono i ruderi i del nucleo originale del monastero. Fra essi spicca per struttura e bellezza la Torre della Bell’Alda.
Una rinomata leggenda, conosciuta da tutti fin dall’infanzia, narra che, durante un periodo di particolare tensione politica, vuoi per l’attacco del Barbarossa, vuoi per l’arrivo, attorno al ‘300, di truppe legionarie o alcuni secoli dopo, nel ‘600 a causa dei Lanzichenecchi, la Sacra divenne una fortezza usata dai valligiani come riparo durante le inursioni e gli attacchi nemici.
Si narra che fu proprio durante uno di questi attacchi che una giovane e bellissima fanciulla, di nome Alda, fu inseguita da un gruppo di soldati ed essa, per rimanere pura, preferì la morte piuttosto che essere violata e per tal motivo si gettò dalla torre.
Pregando la Madonna che la proteggesse, la Bell’Alda si lancò impavida dalla torre, ma durante la caduta nel vuoto fu salvata da due angeli che la posarono delicatamente a terra sana e salva.
Questo fatto inorgoglì moltissimo la bella fanciulla, la quale raccontava a tutti il fatto miracoloso, tuttavia nessuno le credeva vista l’eccezzionalità del fatto narrato. Per tal motivo la giovane un giorno, indispettita, si arrampicò nuovamente sulla torre del monastero e senza pensarci un attimo si gettò di sotto, questa volta però nessun angelo accorse a salvarla e la Bell’Alda morì a causa della sua superbia.
La leggenda specifica che tutto ciò che rimase della Bell’Alda fu un misero pezzettino di orecchio: “’L toc pi gross rimast a l’era l’ouria” (il pezzo più grosso rimasto era l’orecchio).
Ancora oggi sulla pietra sulla quale la leggenda vuole che la fanciulla si schiantò, è presente una croce in sua eterna memoria
L’ultima strofa di una canzone popolare dice:
La Bell’Alda insuperbita
qui dal balzo si gettò,
sfracellata nella valle
la Bell’Alda se ne andò.
Oltre alla bellezza del luogo,è il fascino di antiche leggende e storie che si tramandano di generazione in generazione, che accrescere enermemente la magia dei luoghi che ci circondano e che sono testimoni di una storia che affonda le sue radici in un lontano e ricco passato.
La leggenda narrata è a basso richio di estinzione vista la sua ampia conoscenza, infatti già i bambini alle elementari conoscono bene la storia che viene anche narrata come antidoto alla superbia e all’eccessivo orgoglio!
Vi aspettiamo per farvi conoscere altre leggende e visitare i luoghi dove tali e altri fatti storici e leggendari si sono svolti!